Npe e Npl: la differenza

Cosa sono gli npl? Con npl e npe si intendono i crediti deteriorati. Ci si riferisce quindi ai crediti di un debitore, che hanno subito un processo di deterioramento a causa del prolungato e mancato pagamento di un debito. Tuttavia non c’è una reale differenza tra i due termini. In passato si utilizzava il termine “npl”, sigla inglese per “non performing loans”, ovvero “prestiti non performanti”. Ora, invece, si utilizza il più preciso “npe”, “non performing exposures”, cioè “esposizioni non performanti”. Un semplice passaggio linguistico, ma che richiede del tempo dal momento che i più utilizzano ancora l’antico “npl”.

Cartolarizzazione Npl, cos’è?

La cartolarizzazione è la trasformazione dei crediti, da parte di una società che vuole cederli, in un’obbligazione, ovvero un titolo che permette, al suo possessore, di ottenere il pagamento di una somma di denaro. La cartolarizzazione npl dunque, è un’operazione di cessione dei crediti deteriorati che vengono trasformati dalla banca in titoli obbligazionari, e perdendo così il valore di crediti insoluti. Successivamente, le obbligazioni saranno collocate sul mercato e consentiranno ai futuri compratori di poter acquisire il diritto di credito contenuto nell’obbligazione.

Acquisto Npl, come funziona?

Innanzitutto, la fase uno prevede che gli acquirenti vengano informati della cessione del credito grazie al prezioso aiuto degli intermediari, una figura molto importante in questa operazione dal momento che, finora, non ci sono piattaforme ufficiali che favoriscono la compravendita di crediti npl. Identità della cedente, numero delle posizioni da cedere, tipologia dei crediti ceduti. Tutte queste informazioni verranno fornite dagli intermediari così, una volta conosciuti i dati generali della cessione, gli acquirenti potranno decidere con consapevolezza se esaminare o meno il portafoglio di crediti ceduti.

Un’ulteriore attività di analisi e raccolta dati è però fondamentale per valutare la convenienza dell’affare. Per questo la seconda fase prende il nome di due diligence, ovvero dovuta diligenza che prevede la possibilità di esaminare una porzione del portafoglio prossimo alla vendita. La visione dei documenti e delle pratiche può essere fatta anche comodamente da casa, grazie all’accesso ad una stanza virtuale creata appositamente a questo scopo.

Se l’acquirente giudicherà vantaggioso il portafoglio, allora si passa alla terza fase, ovvero la presentazione delle offerte che si dividono in offerte non vincolanti e offerte vincolanti. Nel primo caso, ci si riferisce a quelle offerte che non vincolano giuridicamente il proponente ad acquistare il portafoglio di crediti. Si passa quindi ad un’asta dove concorrono le varie offerte. La più alta si aggiudica i crediti, ma si corre il rischio di fare un’offerta eccessivamente alta, sovrastimando così il portafoglio. Occorre quindi fare le dovute stime e considerazioni prima di concorrere all’asta. Passando alla fase più delicata, quella delle offerte vincolanti, l’acquirente si impegna giuridicamente a formulare un’offerta definitiva di acquisto.

Una volta aperte le buste contenenti le offerte, la cedente sceglie la più vantaggiosa. Si passa quindi ad una fase complessa: la stesura di un contratto di cessione, che verrà redatto secondo procedure specifiche a seconda dei vari casi. È necessario affidarsi ad un professionista del settore per definire tutti i dettagli dell’operazione, compreso l’inserimento delle clausole di recessione, che consentono all’acquirente di ottenere il rimborso dell’importo speso per una singola pratica.

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ma ci occuperemo anche della parte burocratica e legale dell’affare.